Gli Enti di Promozione Sportiva «rimarcano ancora una volta la discriminazione che stanno subendo attraverso il divieto di poter organizzare le proprie attività nelle zone rosse d’Italia». Attraverso un comunicato congiunto diramato dal coordinamento degli Enti presso il Coni, e firmato da tutte le 15 sigle, gli Eps sottolineano il persistere di «una disparità di trattamento che giorno dopo giorno sta causando lentamente la morte per asfissia di migliaia di Asd e Ssd la cui unica attività possibile è rimasta quella di contare quanti tesserati perdono in favore di altri organismi sportivi.
È sotto gli occhi di tutti – precisano gli Enti – il fatto che il governo, attraverso scelte basate su pesi e misure differenti, abbia consentito soltanto alle Federazioni la possibilità di organizzare eventi `di interesse nazionale´ nelle c.d. zone rosse e non solo certo quelli delle categorie di vertice assoluto». Una politica che come «diretta conseguenza» starebbe innescando «una sorta di `razzia´ a scapito degli Eps».
Dopo un incontro con la sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali, che non avrebbe sortito gli effetti sperati, ora gli Enti di promozione sportiva richiedono un incontro con il ministro della Salute Roberto Speranza: «Al Ministro vorremmo spiegare, dati alla mano – concludono gli Enti – che se sul territorio ci sono luoghi sicuri e protetti, quei luoghi sono proprio le palestre e gli impianti sportivi che il Governo ha scelto di riaprire solo in parte, lasciandone chiusi migliaia in tutta Italia senza, a questo punto, alcuna fondata motivazione».
A corredo di tutto ciò, gli Eps rivendicano ancora una volta la necessità di «adeguati sostegni per le associazioni e le società sportive di base per la loro mancata attività istituzionale. Abbiamo atteso troppo in panchina, ora meritiamo anche noi la giusta attenzione», conclude il comunicato.